Vice (2015) USA di Brian A. Miller
Finalmente si capisce perché Bruce Willis si sottopone al terribile supplizio (non è il primo e non sarà l’ultimo, intendiamoci) della pubblicità per una nota compagnia telefonica. Willis è evidentemente al fondo di una carriera brillante e di grande successo ma forse definitivamente tramontata. Oppure ha un mutuo da pagare. Non ci sono altre risposte alla sua partecipazione ad un film così brutto e così avvilente.
Quando un grande attore fa il cattivo in un pessimo film e si fa pure ammazzare significa che non conta nulla al botteghino, che la sua credibilità o la sua autostima sono ai minimi livelli. Willis, pur recitando per noia, riesce comunque ad essere meno pessimo (si potrà dire?) di Thomas Jane, un altro cui la fortuna ha girato le spalle.