Un mondo a parte (2024) ITA di Riccardo Milani
Per il maestro elementare Michele sembra aprirsi una nuova vita. Dopo 40 anni di insegnamento nella giungla romana, riesce a farsi assegnare all’Istituto Cesidio Gentile nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo. Grazie all’aiuto della vicepreside Agnese e dei bambini, supera la sua inadeguatezza metropolitana e diventa uno di loro. Quando tutto sembra andare per il meglio però, arriva la notizia che la scuola, per mancanza di iscrizioni, a giugno chiuderà. Inizia così una corsa contro il tempo per evitarne la chiusura in qualsiasi modo.
Mescolare la famiglia, la scuola, il romanticismo della piccola comunità, servono per creare un film di buoni sentimenti con l’ambiente come fattore chiave per condensare o esprimere emozioni: questo il senso dell’opera di Milani che ritorna in un mondo primitivo come già aveva fatto in Il posto dell’anima dove aveva già esplorato queste tematiche.
La perseveranza negli obiettivi, nella solidarietà, nella necessità di un sostegno familiare, nel dilemma morale di fronte a un dilemma chiave del futuro, comprensione, fiducia in se stessi… sono argomenti affrontati in un film amichevole, senza pretese, capace di intrattenere con buon gusto e intelligenza.
Le performance sono plausibili con Antonio Albanese in gran forma e Virginia Raffaele che lavora di sottrazione rispetto al suo personaggio televisivo. Anche i bambini, al netto di certe ovvietà, appaiono credibili.
Non si può non notare come il finale attinga ad un repertorio di buoni sentimenti che fanno sorridere nella loro ingenuità, ma non è male per una volta zittire il senso critico per apprezzare una piacevole favola moderna.