Tutti i soldi del mondo. Avarizia

Il nostro parere

Tutti i soldi del mondo (2017) USA di Ridley Scott

Il 10 luglio 1973, a Roma, alcuni membri della ‘Ndrangheta rapiscono il sedicenne John Paul Getty III. Il loro obiettivo è ottenere un lauto riscatto da parte del nonno del ragazzo, il noto magnate dell’industria petrolifera nonché uomo più ricco del mondo J. Paul Getty. Il miliardario lascia tuttavia la stampa ed i rapitori stupefatti quando si rifiuta categoricamente di pagare la somma pattuita, anche se questo potrebbe significare la morte del nipote. Per Gail Harris, madre del ragazzo ed ex nuora di Getty, inizia così una lotta contro il tempo per salvare il figlio da morte certa.

Avversato da grandi problemi produttivi (vedi la cacciata di Kevin Spacey dopo lo scandalo “metoo”), il film è stato rigirato per grande parte con l’inserimento ultimo di Christopher Plummer. Inoltre, ha dovuto subire l’insolita concorrenza di una serie televisiva sullo stesso avvenimento, Trust di Danny Boyle, che ne ha limitato l’interesse. Il confronto è complessivamente negativo per il film di Scott che, rispetto ad altre occasioni, mostra una mano meno felice ed efficace nel riprendere la vicenda.

Si parte da una descrizione sommaria dell’Italia e delle sue condizioni politiche fino alla scelta di Romain Duris per il ruolo di uno dei rapitori calabresi. La storia viene poi riscritta in modo approssimativo, con grandi licenze narrative che dovrebbero rendere spettacolare ciò che non lo è. La visione dei ndranghetari somiglia troppo agli stereotipi del Padrino per essere credibile, così come la piattezza descrittiva dei protagonisti. Si centra, infatti, tutto sul vecchio Getty e sulla madre del rapito, Abigail, con l’aggiunta del mediatore americano Fletcher Chase che mostra a corrente alternata indignazione e passività senza alcuna logica.

Manca soprattutto un taglio deciso al film che, ad esempio, nella serie televisiva c’era. Non vi è azione (la sparatoria, mai avvenuta, è poco più che un siparietto), non vi è analisi sociologica (l’Italia è uno sfondo senz’anima, la vita del ragazzo prima del rapimento è schematica), non vi è coralità poichè il padre del rapito, le mogli di Getty e tutti gli altri personaggi sono solo apparizioni fugaci. Tutto questo è causato dalla sostituzione di Spacey all’ultimo momento? Plausibile. Tuttavia, la figura tragica che doveva uscirne è limitata ad un’aura sardonica e odiosa per l’ossessione del guadagno. Sopra ogni cosa.

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