The shift (2020) BEL di Alessandro Tonda
Eden e Abel compiono un attentato in una scuola di Bruxelles, frequentata dai loro coetanei. Abel decide di far esplodere la bomba che indossa prima del previsto, coinvolgendo nello scoppio anche l’amico. Eden viene portato via in ambulanza e riceve soccorso da due paramedici.
Difficile vedere un thriller mozzafiato diretto con tanto mestiere e asciuttezza da un regista italiano. Sia pure in trasferta belga, Tonda riesce ad essere efficace e asciutto nella descrizione di una folle corsa per la città. La bellezza del film sta nella concentrazione degli spazi. Da un lato, infatti, c’è la centrale di polizia dove gli agenti cercano di capire cosa è successo, dall’altro l’interno dell’ambulanza dove i due paramedici lottano per la loro vita in balia di un ragazzo armato e confuso.
Senza perdersi in filosofismi e dialoghi cervellotici, Tonda sa ricreare in un microcosmo tutta la brutalità della lotta religiosa. Lo spaesamento dei giovani musulmani, la mancanza di riferimente ed il terrore del mondo occidentale che si sente in pericolo costantemente. Tutte queste metafore sono presenti nel secondo livello di lettura dell’opera che apparentemente veste i panni del thriller.