The salvation (2014) DAN di Kristian Levring
Dopo la guerra del 1864, Jon si trasferisce in America per avere un futuro migliore. Sette anni dopo lo raggiungono la moglie e il figlio. Mentre sono in viaggio per la città, in una diligenza, i due uomini che sono con loro buttano giù dalla carrozza Jon e uccidono il figlio e la moglie. Dopo aver inseguito la carrozza a piedi li trova e uccide i due uomini; il fratello di uno di questi, Delarue che è un criminale che tiene una cittadina sotto il suo controllo, lo viene a sapere e riesce a catturare Jon, ma suo fratello lo libera. Jon farà scorta di armi e munizioni per vendicarsi.
In effetti, un western danese è abbastanza insolito. Levring, uno dei fondatori di Dogma 95, lo conduce con autorevolezza, lavorando sui topos del genere in modo intelligente e credibile. Evidenti i crediti verso Sergio Leone ma anche per Mezzogiorno di fuoco. I cattivi restano molto cattivi ma diventa sempre più evidente la statura di Mads Mikkelsen, attore di livello che domina la scena pur nei silenzi. Bravo anche Mikael Pernsbrandt.
L’effetto finale è estremamente convincente sia perché Levring ha dato un ritmo trepidante e forza al paesaggio assolato e desolante. Il vuoto emozionale della popolazione, caduta in stato di abbandono morale, incapace di reagire e anzi prevaricatrice dei più deboli colpisce. Se Delerue è il classico vilain, non è da meno il prete sceriffo che parla di fede, ma non esita a mandare a morte le persone. Forte con i deboli e debole con i forti: non ci sarà un giudizio sulla religione? In questi dettagli sta il valore del film e la bravura dell’autore. Convincente.