The nun 2 (2023) USA di Michael Chaves
Francia, 1956. In un collegio, un prete muore misteriosamente. Suor Irene investiga sulla creatura che infesta l’istituto e scopre che l’entità non è altro che Valak, il demone con sembianze di suora che aveva già affrontato anni prima.
Nel ruolo della suora titolare della serie, Valak è il fulcro degli sforzi orrorifici del film. Eppure, “The Nun II” compie una sorta di “terapia di esposizione accidentale”, mostrando il suo mostro in ogni occasione, desensibilizzando quasi immediatamente lo spettatore alla sua presenza. C’è una ragione se i bogeymen e i fantasmi sono temuti nelle ombre: il loro mistero genera paura. Valak (interpretata nuovamente da Bonnie Aarons) è messa sotto i riflettori in ogni scena, dalle classiche inquadrature eroiche a pessime rappresentazioni in CGI che si ripetono con una frequenza esasperante. Diventa una presenza prevedibile piuttosto che un brivido intenzionale, e ciò che dovrebbe spaventare provoca invece solo un sospiro.
C’è una generale mancanza di attenzione in “The Nun II” per quanto riguarda le paure, e il regista Chaves è estremamente fedele ai cliché più saturi. Il film trascura nettamente la creatività e, di conseguenza, manca di un’efficace costruzione della paura. Con costanti panoramiche lente e forti rumori improvvisi, il film di Chaves segnala ai suoi spettatori ogni volta che devono essere spaventati, piuttosto che ispirare la paura in modo naturale. Sembra più una serie di vignette che segue una rigida quota di spaventi, con la destrezza narrativa che occupa un posto molto basso nella lista delle priorità.
Il miglior elemento del film è la performance di Taissa Farmiga nel ruolo di Irene, che presenta sfumature e sviluppo. Dove Irene era timida nel primo film, ora conosce il suo potere, e Farmiga apporta un livello di grinta al film, nonostante incontri minacce e ricordi traumatici a ogni svolta. Farmiga ha una buona chimica con Storm Reid, ma porta la maggior parte del peso, dato che Reid funziona più come una spalla che come un’alleata alla pari. Tuttavia, la luce di Farmiga è meno un faro e più una lampadina che sfarfalla, cercando di illuminare un film che manca dei collegamenti necessari per supportarla.
“The Nun II” non è costruito con la precisione o il livello di sorpresa necessari per un film horror di successo. Riempie il suo tempo di proiezione con tutti i trucchi del mestiere. Sebbene Farmiga diano il massimo, i loro sforzi emotivi sono traditi da una sceneggiatura decisamente deludente.