The foreigner (2017) USA di Martin Campbell
L’umile proprietario di un ristorante cinese a Londra è costretto a spingere agli estremi i propri limiti fisici e morali per rintracciare un gruppo di malviventi irlandesi, responsabili della morte di sua figlia.
Film che delude dopo una prima parte abbastanza incisiva. Purtroppo il mestiere di Campbell (regista anche dei 007 di Brosnan) non è adeguato ad un plot che privilegia l’azione rispetto alle tematiche accennate, ovvero (oltre alla solita logica della vendetta) il conflitto geopolitico in Irlanda del Nord, i rapporti familiari, il concetto di lealtà. Tutto viene smarrito e scolorito in sequenze d’azione cui Chan ci ha abituato e che sono fin troppo prevedibili, alternate con le azioni di Brosnan, politico politicante.
I flashback, le trame di potere sono deboli e inconsistenti, in alcuni pletorici rispetto a quanto già raccontato. Campbell sente il bisogno di spiegare il già spiegato, indebolendo un messaggio di per sè poco comprensibile. Chan è ancora agile e scattante ma il suo broncio da uomo addolorato non ha spessore. Meglio Brosnan che, da buon mestierante, conferisce al cattivo-non cattivo una sua eleganza e logica.
Il thriller scorre fino alla sua inevitabile conclusione in modo pacioso e urbano, ma con poca sostanza.