Suffragette (2015) UK di Sarah Gavron
Nel 1912 Maud, una giovane lavandaia, si trova casualmente a contatto con il movimento delle Suffragette. In poco tempo, la lotta di queste donne diventa la sua, nonostante il marito la osteggi e rischi di perdere il posto di lavoro. Una volta arrestata, a seguito di una manifestazione, Maud viene cacciata dal marito e licenziata. In più, il marito da in adozione il loro figlio, strappandolo definitivamente dalla madre. La lotta di Maud diventa disperata, ma sempre con la convinzione che i diritti saranno acquisiti, che la lotta sarà vinta.
Il film di Sarah Gavron, figlia dell’ex vicesindaco di Londra, è un omaggio ad un movimento politico-sociale di grande importanza, ma è soprattutto una riflessione sul ruolo delle donne e sulle discriminazioni che devono subire nel corso della loro vita. Gli abusi, la violenza che spesso distruggono le loro vite non sono poi tanto cambiati nel corso degli anni, anche se è ovvio che il contesto storico è assai cambiato.
La ricostruzione efficace degli ambienti è molto interessante anche se la prima parte del film appare didascalica un po’ retorica Non appena si distacca dalla necessaria introduzione alla vicenda e si avvicina all’epilogo, la Gavron prende coraggio migliorando il racconto con stile sempre più spoglio da sovrastrutture e concentrato sui temi essenziali, sul volto della Mulligan e sul suo dolore.