Second chance (2014) DAN di Susanne Bier
Due poliziotti intervengono nella casa di un tossico dove scoprono che l’uomo tiene in condizioni misere la compagna ed il suo figlio neonato. Uno dei due agenti, Andreas, ha un figlio della stessa età che una notte viene trovato morto. Lui, vedendo la moglie completamente annientata, decide di occultare il cadavere del figlio scambiandolo con l’altro neonato. Il tossico viene perciò arrestato per percosse mentre la moglie di Andreas scivola nella follia…..
Il complesso tema etico posto dal film della Bier viene affrontato con tono secco e chirurgico, senza lasciar spazio a sentimentalismi o ricami melodrammatici. Il dolore della coppia che ha perso il figlio è interiorizzato, mai mostrato, se non attraverso le azioni disperate della donna. Lo spettatore si trova nella posizione del protagonista (Coster Waldau è misurato ed efficace), tormentato dal dubbio se punire il tossicodipendente che rischia di uccidere il piccolo figlio, ma innocente rispetto alle accuse mossegli. Così anche i fantasmi interiori degli altri personaggi, compreso il forte colpo di scena finale che modifica profondamente l’interpretazione di ogni avvenimento, diventano argomento per comprendere le nostre debolezze ed i nostri incubi interiori.