Rendition. Il buio del dopo 11 settembre

Il nostro parere

Rendition, detenzione illegale (2007) USA di Gavin Hood

Dopo l’11 settembre i sospettati di terrorismo potevano essere arrestati (pure sul suolo americano)e deportati in carceri all’estero dove la tortura era una pratica tollerata se non esplicitamente incoraggiata. La vicenda raccontata da Hood (premio Oscar sudafricano con Il suo nome è Tsotsi) prende lo spunto da questa pratica illegale per narrare dell’arresto di un ingegnere egiziano perfettamente integrato in America, tant’è che ha sposato una statunitense (Reese Witherspoon) e lavora per una multinazionale.

Un semplice sospetto lo porta in carcere in Egitto, tra le mani di un poliziotto violento e spietato. La disperata richiesta di giustizia della moglie si perde tra i meandri ipocriti della politica e solo l’intervento coraggioso di un agente CIA (Jake Gyllenhaal), con un barlume di coscienza, lo potrà salvare.

L’aspetto interessante dell’opera è una vaga struttura circolare che consente allo spettatore di cogliere appieno il quadro solo nei momenti finali in cui tutta la tragicità della situazione internazionale verrà svelata. Nessuno viene risparmiato da quest’ondata di follia e violenza in cui gli uomini, accecati dall’odio, non hanno rispetto di nulla (amore, giustizia, famiglia).

Film teso ed asciutto colpisce pur senza mai affascinare. Il regista è stato onesto e credibile, fornendo una direzione buona che poteva premettere una carriera interessante. Purtroppo si è successivamente fermato passando ai sequel. La dura legge di Hollywood.

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