Remember (2015) CAN di Atom Egoyan
Zev ha quasi 90 anni. E’ appena morta sua moglie che lui cerca disperatamente ogni mattina perché affetto da demenza senile. Nella casa di riposo dove vive c’è anche Max con cui ha stretto un accordo. Entrambi, infatti, sono sopravvissuti ad Auschwitz e vogliono uccidere l’uomo che li ha seviziati nel campo di concentramento. Quell’uomo, Otto Wallisch, è stato rintracciato e va ucciso. Max è, però, sulla sedia a rotelle: non può farlo. Così Zev parte per l’America, deciso ad incontrare il suo aguzzino, ora nascosto sotto un altro nome. Zev incontra 4 diverse persone, ma solo l’ultima è colui che cerca, o almeno così crede.
Era da tempo che Egoyan non si esprimeva a questi livelli, replicando il suo cinema ambiguo e ricco di sfumature, capace di letture su diversi livelli, desideroso di esplorare i meandri della mente umana, attraverso il non detto. Da molti anni proponeva le sue tematiche ma senza la forza, l’essenza delle prime opere che restano affascinanti affreschi della follia e dell’angoscia dell’uomo. Rinchiuso in prodotti professionali ma bozzettistici, il suo talento visionario ed esistenziale faticava ad uscire.
Ci riesce, però, con Remember in cui, aiutato da due attori straordinari non perché anziani ma perché fottutamente bravi, sa ripercorrere l’atrocità dell’olocausto con uno sguardo lontano ma profondo. Nello sguardo finale (abbagliante) di Christopher Plummer c’è tutta l’essenza dell’orrore, della fallacità della mente, della propensione dell’uomo a perdonare i propri errori e mostruosità. C’è la complessità della società umana che seppellisce il suo passato senza mai apprendere da esso. Folgorante.