Prima pagina (1974) USA di Billy Wilder
Prima pagina – Giornalisti
Hildy Johnson è un famoso giornalista di Chicago che, a causa delle nozze con Penny Grant, sta meditando di lasciare la professione. Il suo direttore, l’arrogante Walter Burns, venuto a conoscenza delle sue intenzioni, non intende privarsene così facilmente.
Quando si ascoltano, si vedono le interviste di Billy Wilder si avverte l’acume, la sensibilità, l’intellgenza, l’ironia dell’uomo. Tutte queste enormi doti sono visibili nei suoi capolavori e, certamente, in Prima pagina, un vero gioiello del cinema. La sceneggiatura, partorita come al solito con IAL Diamond, ha dei meccanismi perfetti e sincronici che trovano perfetta esaltazione nel ritmo sincopato del montaggio e nella interpretazione mirabile della coppia Matthau-Lemmon.
Il binomio inscindibile che aveva creato con Diamond, permetteva a Wilder di lavorare su testi calibratissimi che genialmente affrontano tematiche importantissimi con uno sguardo caustico e tranciante. Questa volta riflette sulla divisione tra politica e stampa e con sberleffi distrugge agli occhi dello spettatore la credibilità del sistema giudiziario, mostrando l’intrico parassitario di compromessi e violenze. Non solo si limita a questo. ma affonda il coltello anche contro il giornalismo. I reporter del palazzo di giustizia sono totalmente disinteressati alla verità: sono uomini meschini che non esitano ad usare la violenza delle parole per la bramosia dello scoop, lupi famelici pronti a distruggere chiunque per il piacere di un titolo a tutta pagina.
E’ un grande film, equilibrato, strutturato sulla commedia omonima scritta nel 1928 da Ben Hecht e Charles McArthur e già proposta al cinema anni addietro. Ma Wilder apporta uno sguardo sul mondo circostante, la zampata che gli permette di graffiare sotto la superficie.