Pearl Harbor (2001) USA di Michael Bay
Rafe e Danny partono per la guerra volontari. Entrambi piloti, si innamorano della stessa donna mentre i giapponesi bombardano Pearl Harbor, spalancando la porta della seconda guerra mondiale agli Stati Uniti. La loro amicizia, messa duramente a prova dalla contrastata storia d’amore, verrà risolta durante le missioni che portano gli USA a reagire all’aggressione nipponica fino al primo bombardamento aereo di Tokyo.
La spettacolare messa in scena dell’attacco giapponese del 7 dicembre 1941 è l’unica nota positiva di un pasticciato melodramma. I personaggi sono bidimensionali, grondanti retorica e buoni sentimenti riprovevoli nella loro melense intensità. L’intreccio amoroso è da fotoromanzo nella sua banalità, così come la sceneggiatura piena di scene madri allarmanti nella loro pochezza.
Terribili tutte le interpretazioni, in particolare quella di Cuba Gooding, ma certo non ha aiutato un testo frammentario e ampolloso. Nessuno si salva. D’altro canto questo è lo stile di Bay: azione senza senso e dialoghi posticci. Non si poteva pretendere altro, tranne maggiore buon gusto del pubblico che invece ha premiato il film con grandi incassi.