Nevia (2019) ITA di Nunzia De Stefano
Nevia è un’adolescente caparbia, cresciuta con la nonna, la zia e la sorella in un campo container a Ponticelli. Un giorno, l’arrivo di un circo irrompe nella quotidianità della ragazza, regalandole una insperata possibilità.
Matteo Garrone ha prodotto il film della ex moglie che racconta uno spaccato della sua vita. Da ragazzina la De Stefano, infatti, ha vissuto per diversi anni in un container per i terremotati. Questo le ha fatto balenare l’idea per Nevia, esordio neorealista alla regia. La storia è narrata con delicatezza e stile, rappresentando la periferia degradata, la “disgrazia di essere donna” in certi posti come dice la zia di fronte alla richiesta di aiuto di Nevia.
La trovata sta nell’indicare il mondo circense come via di fuga, una insperata finestra di speranza verso un mondo sconosciuto e diverso dal panorama disperato di un’esistenza già tracciata come prospettive e futuro. La ragazza non si rassegna al destino che altri vogliono imporle. Il sottobosco criminale in cui la famiglia è prigioniera, sottomessa, è una prigione da cui lei vuole fuggire perchè dentro di sè ha una forza belluina che la anima e la rende una donna libera, di straordinaria vitalità.
La De Stefano pedina la sua protagonista con uno sguardo tenero e comprensivo, infondendo nella ragazza un’aura speciale, aiutata dall’ottima colonna sonora di Michele Braga. La maturità della regista è manifestata dalla intensità della narrazione che non subisce mai cali e indecisioni: una vera sorpresa per l’alta qualità di un prodotto insperato nel panorama del cinema italiano.