Maze runner: la rivelazione (2018) USA di Wes Ball
Thomas vuole salvare i suoi amici e compagni catturati dalla WCKD (detta Wicked come Malvagia) di Ava Paige e portati all’Ultima Città. Tra loro Theresa, che li ha traditi tutti perché, dopo aver recuperato le memorie precedenti alla Radura, si è convinta che Wicked operi a fin di bene e che trovare una cura per l’umanità affetta dal virus Flare valga ogni sacrificio.
Tre è il numero magico del marketing hollywoodiano. La strategia commerciale dei Teen dystopian ormai ragiona solo in ottica trilogica, pensando che i libri di successo possano essere una saga mangiatrice di soldi che attrae marmocchi ed adolescenti nel riconoscimento emotivo dei protagonisti. Così anche Maze Runner giunge alla conclusione in un modo abbastanza logico. I colpi di scena sono più o meno sempre gli stessi, ad un certo punto il popolo si ribella, il cattivo non è completamente cattivo ma c’è il cattivo numero due che diventa più cattivo del cattivo, finale pacificatore dopo qualche inevitabile e dolorosissima perdita.
Tutte queste iterazioni mostrano la scarsa vena dello scrittore, in primo luogo, che deve percorrere strada già calcatissime da altri, e successivamente la poca originalità di un film che tra scene d’azione e palpitazioni amorose porta a casa la pagnotta, raggiungendo faticosamente il finale. Poichè il finale è già ben noto a tutti coloro che guardano (per intuizione ovviamente) è completamente assente la tensione emotiva. Se ci si aggiunge una recitazione adolescenziale, poco servita dalla sceneggiatura prevedibile, otteniamo un film che farà incassi ma sparirà rapidamente senza lasciare traccia.