Maigret (2022) FRA di Patrice Leconte
A Parigi, una ragazza vestita con un abito da sera viene trovata morta in una piazza. L’ispettore Maigret cerca di risalire alla sua identità e capire cosa le sia successo.
Gli inglesi hanno il maestro detective Sherlock Holmes, creato da Sir Arthur Conan Doyle, che da decenni continua a essere protagonista di revival e nuove trasposizioni cinematografiche, affascinando generazioni di appassionati di gialli con la sua acuta (e talvolta esagerata) arte deduttiva. L’equivalente francofono di Holmes è il Commissario Maigret, nato dalla penna dello scrittore belga Georges Simenon (1903-1989) e anch’egli protagonista di numerose incarnazioni cinematografiche e televisive. Jean Gabin, Rowan Atkinson e Heinz Rühmann sono solo alcuni degli attori che hanno interpretato il bon vivant con la pipa. Ora, Gérard Depardieu si unisce a questa illustre schiera, in un film intitolato semplicemente “Maigret”. Anche se gli autori sperano che questo sia l’inizio di una nuova serie cinematografica, il film di Patrice Leconte non racconta né gli esordi del celebre investigatore né rivoluziona il genere con una moderna reinterpretazione. “Maigret” è un film giallo con un alto fattore di nostalgia, realizzato probabilmente nel pieno rispetto degli eredi di Georges Simenon.
Lo spettatore ha un vantaggio sul commissario, essendo testimone all’inizio di un incontro conflittuale della futura vittima. Tuttavia, “Maigret” riesce a coinvolgere il pubblico nella risoluzione del mistero, poiché ciò che è realmente accaduto rimane inizialmente nascosto. Patrice Leconte ha ambientato il suo film negli anni ’50, periodo in cui si svolgono molte delle storie di Maigret e delle loro trasposizioni cinematografiche. Questo conferisce al film un fascino nostalgico che ricorderà ai fan di Maigret le precedenti avventure del commissario e potrebbe attrarre un nuovo pubblico, affascinato dagli eleganti costumi e dall’accurata scenografia. Depardieu, con la sua interpretazione sobria e precisa, rappresenta perfettamente il commissario, nonostante nel film Maigret stia cercando di liberarsi dalla sua nota dipendenza dai piaceri della vita. Un film lineare e in un certo senso tradizionale, che riesce a trasportare lo spirito della fonte letteraria e a intrattenere piacevolmente per un’ora e mezza.