L’ombra delle spie (2020) UK di Dominic Cooke
Quando Greville Wynne, rappresentante di commercio, siede per la prima volta al tavolo con un’agente della CIA e uno del M16, non ha idea di chi siano veramente né di quello che stanno per domandargli.
Solido dramma spionistico che si affida quasi esclusivamente sulle performance attoriali per tenere alta la tensione. Cooke dirige con attenzione, rispolverando un genere un po’ perso, sopratutto nei meandri degli effetti speciali e dei combattimenti iperrealistici.
Qua torniamo alla dimensione borghese della guerra fredda come ci ha insegnato il maestro Le Carrè. Per quanto ci si sforzi di dare dimensione planetaria alle azioni di questi personaggi effettivamente esistiti (i missili a Cuba nel 62), sono i travet dello spionaggio a gestire burocraticamente lo scontro tra le superpotenze ed è inevitabile che un commesso viaggiatore diventi, malgrado suo, l’eroe di una vicenda per la verità poco eroica.
Invece di lavorare sulle contraddizioni che potevano portare ad una rilettura del momento storico, Cooke svolge bene il proprio compito ma senza inserire alcuna novità, limitandosi solo a seguire fedelmente Cumberbatch, vero mattatore. Ne sortisce un’opera piacevole.