L’immortale – Crossing serie

Il nostro parere

L’immortale (2019) ITA di Marco D’Amore

La storia di Ciro Di Marzio, personaggio della serie Gomorra. Sopravvissuto a un terremoto, l’uomo cresce in una Napoli cruda, violenta e reale che per lui è casa, famiglia e scuola di vita.
Dopo la serie, il film, anzi un reboot in pratica. Infatti, Ciro sopravvive miracolosamente (e anche in  modo decisamente fantasioso) al proiettile sparatogli da Gennaro a conclusione della terza stagione di Gomorra. Trasferitosi in Lettonia  ricomincia a gestire i traffici di stupefacenti, tessendo una nuova rete di alleati e nemici mortali.

D’Amore riporta con discreta perizia lo stile accurato della serie Sky in questo film, mostrando capacità nella gestione dei momenti di azione, ma meditando anche le scene introspettive, perlopiù affidate a flashback di natura classica con cui si ricostruisce il passato di Ciro e la sua infanzia criminale.
L’ aspetto più interessante del prodotto è la salda direzione del film di genere, seguita senza compromessi da D’Amore. Una scelta per certi versi coraggiosa ma ampiamente auspicabile per il futuro del cinema italiano. Infatti, anche se la pellicola è l’anello di congiunzione tra la terza e la prossima quinta stagione di Gomorra dove l’Immortale tornerà in scena, è l’allargamento degli orizzonti che si pone l’opera la cosa più importante.
Restano in comune anche le tematiche ovvero la penetrazione delle mafie nel tessuto connettivo economico e sociale dell’Italia e di tutte le nazioni, in questo caso la Lettonia, dove la disperazione e la povertà possono diventare nuclei di penetrazione per allargare il potere e la ricchezza delle attività criminose. Ancora preminente è l’ineluttabilità del destino che morde ai polpacci i personaggi, costringendoli a ripetere all’infinito i propri errori, le proprie nefandezze e le proprie colpe.

 

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