Le meraviglie (2014) ITA di Alice Rohrwacher
Il mondo cinematografico della Rohrwacher regista, alla seconda opera, è un mondo semplice, che cerca di sfuggire alla volgarità, all’omologazione della televisione. La regista non ama le cose facili, non propone una visione idilliaca della famiglia contadina. Ne mette, anzi, in rilievo il disagio e le disomogeneità mettendo al centro le bambine, in particolare la maggiore Gelsomina. E’ lei che segue il padre, un ex fricchettone convertitosi all’agricoltura con risultati non brillanti. Quello che fanno è buono, ma non vi è alcun rispetto della normativa, le strutture avrebbero bisogno di una seria risistemata.
Ecco perché la ragazzina coinvolge la famiglia in un programma televisivo banale ed avvilente. Il sogno di uscire dal proprio bozzolo, di agganciarsi all’essere quasi magico (rappresentato da Monica Bellucci, poco convincente nel ruolo di sirena) le fa sperare di fuggire dal luogo contraddittorio della sua infanzia.
Eppure è il calore della famiglia, della madre tenera e appassionata (interpretata da Alba Rohrwacher), dalle sorelle più giovani ancora più indifese di lei, l’unico posto dove Gelsomina si sente davvero al sicuro. Pur sapendo che il mondo in cui vive non potrà reggere ancora a lungo, pur immaginandosi altrove nel suo futuro.
Ancora una volta lo sguardo con cui la Rohrwacher ci mostra il suo mondo è quello di una bambina, colta nel passaggio all’adolescenza, nei primi approcci al proprio corpo, nell’apertura alla vita e alla comunicazione con gli altri. E’ sempre uno sguardo vigile, attento ed anticonformista.
L’ho odiato