Le livre d’image (2018) FRA di Jean Luc Godard
Estratti da film, foto, dipinti e disegni in una sincope abbagliante di sequenze, commentate dal regista stesso, per riflettere su diversi aspetti del cinema e del mondo contemporaneo.
Il maestro della Nouvelle vague è ancora indomito. Ad 88 anni dirige questo nuovo capitolo della sua filmografia che nell’ultima fase della sua vita, è scivolata verso il metacinema, o nel caso degli ultimi due, in film di montaggio, di parallelismi, di accostamenti che scorrono la storia del cinema con la storia tout court.
La sovrapposizione di brani di film con documentari, immagini rubate dal televisore e parole che fanno da contrappunto al visivo, cerca di ricreare un flusso di coscienza per raccontare l’inesplicabile.
Iconoclasta come solo lui sa essere, in modo provocatoriamente sottile, ma anche autoironico poichè sfugge ai propri clichè, Godard sa sempre stimolare ed affascinare. Vedendo le sue oculate scelte cinematografiche, si ripercorre il suo percorso critico, le sue fonti di ispirazioni, citati qua in modo non casuale. Più che una ricostruzione storica, siamo nella ricostruzione della memoria personale del regista. Frasi incompiute, fondi neri, brutali interruzioni di scene che sono decomposte e volutamente segnate, questo è il film.
L’opera funziona nella prima parte con sorprendente brillantezza ma diventa mero intellettualismo nella parte conclusiva, dove diventa ripetizione concettuale.