L’abbiamo fatta grossa (2015) ITA di Carlo Verdone
Riccardo, uno scalcagnato detective privato che vive in casa della zia, viene ingaggiato da Yuri, un attore in crisi lasciato dalla moglie. A seguito di un equivoco i due sottraggono una borsa contenente un milione di euro a degli sconosciuti, convinti invece di far sparire foto compromettenti fatte a Yuri in gioventù. Dopo una prima fase di euforia, la coppia precipita nello sconforto quando vengono inseguiti dai padroni della valigia che li hanno rintracciati.
Verdone da tempo lavora in coppia. Sceglie un attore (o un’attrice) con cui giocare di sponda, costruisce una sceneggiatura sui suoi (e altrui) tic e punti di forza, mette in piedi una vicenda più o meno credibile, cercando di replicare il successo del passato. Di film in film, però, il filone sembra inaridirsi. Ci sono sempre momenti divertenti e trovate azzeccate, ma il valore complessivo dell’opera svanisce. In questo caso la coppia con Antonio Albanese è discretamente affiatata, restando l’unico elemento positivo di un film francamente leggerino. Da tempo Verdone avrebbe bisogno di uscire dal centro della scena per entrare nel ruolo esclusivo di regista che, forse, lo avrebbe visto svettare maggiormente, rinnovando un repertorio che accusa stanchezza e ripetitività. Non lo aiuta certo il clima del cinema nostrano, incapace di valorizzare in modo pieno gli artisti e di rischiare su qualcosa di diverso.
Lo scivolamento nella mediocrità è troppo in agguato per sopportare ulteriormente il declino di Verdone che è un personaggio versatile ed intelligente. Il suo occhio attento, il talento descrittivo appare a lampi nei suoi film, sempre meno per la verità. Per questo sarebbe opportuna una svolta nella carriera che non può essere la partecipazione ai film di Sorrentino, non basta. Verdone dovrebbe ricordare la grande lezione appresa dal maestro Sergio Leone e cercare il meglio, non il solito.