La scuola più bella del mondo (2015) ITA di Luca Miniero
Il preside di una scuola toscana cerca di fare un gemellaggio con un’omologa africana per vincere un premio nazionale di qualità. Per errore, invece, si porterà in casa la scuola di Acerra, scombinata, povera e disperata. Dall’incontro nasceranno amori, si ripianeranno problemi e tutti saranno più felici.
Miniero cerca di ripetere la formula usata con i grandi successi di Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord, riproponendo l’incontro /scontro di culture come momento di pacificazione e comprensione. Il buonismo, già presente nelle precedenti pellicole, diventa dilagante e banale impoverendo estremamente i contenuti e la forza del messaggio. Tutti gli attori fanno del loro meglio ma il risultato è decisamente sottotono perché la sceneggiatura attinge troppo ai luoghi comuni senza essere capace di uscire da un convenzionale racconto dell’Italia. Non ci sono, perciò, momenti particolarmente divertenti anche se non si può non sorridere. Quello che lascia invece perplessi è l’uso degli attori bambini relegati in una recitazione falsa e oratoriale, imprigionati dal politicamente corretto.
Sarà che il grande successo era dovuto alla formula portata pari pari dalla Francia (Bienvenue chez le ch’tis ovvero Giù al nord)? Ripercorrere le stesse strade non è sbagliato, ma farlo senza preoccuparsi di variare davvero, è imperdonabile.