La nostra terra (2014) ITA di Giulio Manfredonia
Filippo, un esperto di strategia associazionistica di lotta alla mafia, viene mandato dal nord Italia a gestire alcune proprietà confiscate alla mafia. Filippo farà i conti con tutte le contraddizioni e le sfaccettature di una terra complicata e difficile.
Il film ha uno scopo dichiaratamente nobile ed importante. La lotta alla mafia si può realizzare se tutti insieme si ha il coraggio di sfidarla e affrontarla. Un intento così importante che non meriterebbe una critica ingenerosa perchè sembra di criticare il contenuto e non la forma.
La critica invece c’è perchè una vicenda edificante di opposizione alla mafia viene costruita con approssimazione sfruttando ingenui meccanismi narrativi che attingono più al melodramma televisivo che ad una seria analisi sociologica e psicologica. D’altro canto di psicologico c’è assai poco quando i personaggi sono puri stereotipi, quando non sono irrealistici o macchiettistici (vogliamo parlare del capo mafioso?). Così il malcostume mafioso, la mentalità omertosa, l’arretratezza culturale si risolvono con facilità favolistica ed una spruzzata di buoni (ma falsi) sentimenti.
Neppure Mary Poppins avrebbe saputo essere così banale.