La dea fortuna (2019) ITA di Ferzan Ozpetek
Arturo e Alessandro sono una coppia da quindici anni. Il primo lavora come traduttore e il secondo fa l’idraulico. Il loro rapporto è ormai da tempo in crisi, ma trova nuovi stimoli quando la loro amica Annamaria chiede ai due di occuparsi dei figli.
La comunità gay come una grande famiglia allargata, la morte improvvisa che distrugge e crea, una lievità nella narrazione, Serra Ylmaz: questi sono ormai tratti distintivi e ricorrenti di tutti i film di Ozpetek. Ne diventano i pesi quando l’equilibrio viene a mancare, ne sono i punti di forza quando il regista riesce a far fluire i sentimenti attraverso la macchina da presa.
Nella quotidianità si esprime il meglio del cinema dell’autore di origine turca che sa sottolineare i sentimenti con gli sguardi, senza eccedere e gestendo i dialoghi con grande attenzione. Molto merito va al casting e alla bravura degli attori. Edoardo Leo si mostra con il suo volto più maturo, senza cedere ai vezzi suoi tipici. La sua interpretazione è sicura, consistente, spalleggiata adeguatamente da Stefano Accorsi che ha abituato da tempo il pubblico ad un livello espressivo molto alto.
Il finale quasi sfumato nell’horror, legato all’aspetto misterico che spesso fa eco nel cinema di Ozpetek, è inquietante ma anche parzialmente fuori tono.