King Lear (2018) UK di Richard Eyre
L’anziano re Lear annuncia che dividerà il regno tra le tre figlie per godersi gli ultimi anni senza il peso della corona. Le due figlie maggiori, Regan e Goneril, si lanciano in lodi sperticate sul padre e in cambio ricevono i loro due terzi dello Stato. Quando però è il turno della giovane Cordelia, la figlia prediletta, la ragazza ritiene il gesto superficiale e rifiuta di fare lodi ruffiane al padre. Lear, furioso, la scaccia dando il via a una spirale tragica.
Nell’adattamento televisivo di Richard Eyre, Lear è un dittatore militare di una Gran Bretagna pseudo moderna, che raccoglie le truppe – e la famiglia – per la divisione del regno. Questo film Tv per Prime Amazon brilla con le luci della città e le stelle spettrali che incombono anche se questa ambientazione non aggiunge molto all’opera in sé.
Lo spostamento in questo presente distopico non ha effetti nel modernizzare ciò che non è moderno ma eterno come i sentimenti di cui parla Shakespeare.
La mossa intelligente di Eyre è stata la gestione del cast importante tra cui Anthony Hopkins. Il suo Lear è irascibile, irrazionale, combattivo ma anche devastato nella senilità che lo invade letteralmente. Il viaggio di Lear nella follia è la chiave del dramma, il declino morboso di Lear come una progressione attraverso le fasi cliniche della demenza è l’interpretazione che il regista da dell’opera.
Grande attenzione pone poi alle figlie maggiori, Goneril e Regan, che descrive come fredde e crudeli sia nella sfacciata adulazione che nella distruzione del padre. Appare invece sminuito il ruolo di Cordelia, interpretata da Florence Pugh, un’attrice emergente di grande qualità.
Se gli elementi della rappresentazione sono tutti estremamente validi, resta poco originale e stilisticamente personale il ruolo del regista. E non basta in questo senso rappresentare Lear come un senzatetto, oppure far vagare i personaggi tra autostrade e accampamenti di migranti. Questi elementi sembrano appoggiati nel film senza un ruolo reale e per questo fuori contesto.