Il piacere è tutto mio

Il nostro parere

Il piacere è tutto mio (2022) UK di Sophie Hyde


Nancy Stokes, insegnante vedova ed in pensione da tempo, assume un giovane accompagnatore di bell’aspetto, Leo Grande, nella speranza di godersi una notte di piacere e scoperta di sé dopo una vita coniugale insoddisfacente. L’incontro permetterà alla donna di comprendersi e non solo.


Con un soggetto piuttosto rischioso, il nuovo film dell’australiana Sophie Hyde mette in scena un duo con una notevole differenza d’età, nelle premesse di una relazione sessuale che tarda ad arrivare. Il film beneficia di dialoghi raffinati firmati da Katy Brand, sceneggiatrice proveniente dalla commedia. Ambientato in un hotel, l’opera si scompone in quattro atti corrispondenti agli incontri tra questi due personaggi, curiosi l’uno dell’altro, dove apparentemente uno è lì per dare e l’altro per imparare. Tuttavia, le esitazioni davanti all’atto e la sincerità dei loro scambi confondono il loro rapporto mercenario.

Ancora una volta magistrale, Emma Thompson sostiene chiaramente il film sulle sue spalle. Qui mostra tutte le sfaccettature del suo talento, interpretando una donna inquieta, che mette in discussione moralmente la sua presenza e il suo comportamento, svelando le sue debolezze ma anche i suoi errori, con un distacco e un’ironia che le si addicono perfettamente. In questo ruolo complesso, l’intelligenza e la prontezza di spirito della star britannica le permettono di brillare, attraverso battute ironiche ben piazzate, abitudini buffe (vedi la descrizione di 31 anni di routine sessuale con suo marito, o la lista delle esperienze che desidera fare simile a una lista della spesa…) e buone intenzioni maldestre.

Affrontando diversi aspetti delicati della sessualità femminile, ma anche il rapporto con il proprio corpo che invecchia, interroga il desiderio di ritrovare un senso di giovinezza, afferma la soddisfazione sessuale come un fattore di potere, e critica la tendenza facile a vergognarsi del proprio corpo. La scena finale risuona come un momento di coraggio per l’attrice, tanto commovente quanto militante. Senza mai cadere nell’autocommiserazione o nella lezione morale, questa commedia audace costituisce anche un chiaro appello per la legalizzazione della prostituzione, e rivela nel contempo il talento dell’attore carismatico Daryl McCormack, in un ruolo la cui facciata si sgretola man mano che la storia si sviluppa. Un discreto mix di risate e di sensibilità.

 

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