Il padre (2014) GER di Fatih Akin
Durante la prima guerra mondiale, la dissoluzione dell’impero Turco e l’avvento della repubblica di Mustafà Kemal porta ad una spietata repressione delle minoranze etniche. Così gli Armeni sono stati spazzati via, massacrati senza pietà, privati di ogni dignità e diritto.
Nazaret, artigiano padre di due figlie, viene deportato, sopravvivendo per miracolo al massacro di tutti i suoi compagni ma restando muto per le ferite. Quando scopre che le figlie sono ancora vive, comincia una disperata ricerca che lo porta in mezzo mondo, cercando di ritrovare l’unico brandello di ricordo che gli resta di un passato ormai dissolto.
Akin racconta questa vera e propria Odissea mostrando la spregevole condizione umana, dove la violenza, l’abuso, l’odio vince sopra ogni altra cosa. Ma attraverso Nazaret ed il suo percorso doloroso racconta della forza di volontà, del valore dell’amore, della tolleranza di un uomo cui è stato tolto tutto, ma mantiene il coraggio di vivere.
Notevole il contenuto, meno la conduzione generale del film. Formalmente ineccepibile, Akin non riesce a dare profondità al suo sguardo e alle immagini, bellissime ma senza intensità emotiva.