Il mio profilo migliore (2019) FRA di Safy Nebbou
Per spiare il compagno, la cinquantenne Claire Millaud crea un profilo falso sui social network. Un amico ne resta sedotto e lei si innamora perdutamente di lui. Realtà e bugie iniziano a fondersi.
Il dialogo a due tra una donna e la sua psichiatria avvia un percorso à rebours in cui la cinquantenne Claire racconta la sua storia d’amore via facebook con il più giovane Alex. Iniziato come un gioco per riconquistare il suo amante, la donna inventa un suo alter ego molto più giovane e presto perde il contatto con la realtà, vittima come tanti dei social network.
Tutto ciò permette a Nebbou di creare il ritratto di una donna di mezza età che cerca di mantenersi giovane, di nascondere l’età e i timori che il tempo sta per scadere, che cerca un amore per ridare senso alla sua esistenza. Tutto è concentrato sulla protagonista e sulla sua drammatica evoluzione. La prima mezz’ora funziona abbastanza ma via via che si svela la inevitabile follia dei comportamenti della donna, l’opera perde smalto a causa di passaggi ingenui, di forzature finalizzate ad un finale che dovrebbe sorprendere lo spettatore.
I tre finali che si alternano in conclusione sbilanciano il film che vive così con due parti come sganciate tra loro. Resta però un ritratto femminile interessante che la Binoche interpreta con grande sensibilità.