Il matrimonio di mia sorella

Il nostro parere

Il matrimonio di mia sorella (2007) USA di Noah Baumbach

Margot, scrittrice in profonda crisi personale e matrimoniale, si reca con il figlio undicenne Claude dalla sorella Pauline che sta per sposarsi con Malcolm. Margot disapprova la scelta di Pauline e questo provoca l’emergere dello scontro tra le due sorelle, sopito e mai manifestamente mostrato.

Baumbach riflette sempre sui rapporti familiari, sulle relazioni, sui momenti di crescita. In questo film utilizza l’evento matrimoniale per evidenziare la disintegrazione dei rapporti, sottolineando i rapporti malati, frutto di tante nevrosi e paure che giocano un ruolo assolutamente essenziale. L’unica oasi di speranza risiede nel rapporto tra Margot ed il figlio. La fuga da un ambiente malsano, dopo predominano gli incancreniti rancori, mai raccontati ed esposti, sembra essere l’unica soluzione accettabile.

Il dramma diventa spesso commedia, poiché l’autore crea situazioni paradossali dove i diversi bambini presenti lasciano l’ingenuità infantile e perdono l’innocenza, passando al mondo adulto, fatto di ipocrisie, violenza, rabbia, frustrazioni. La vita deborda sapientemente dai dialoghi fitti, costruiti con nevrotica sapienza. Le  diventano armi arole per ferire, umiliare, manipolando adulti e ragazzini al fine di produrre un massacro emotivo, senza altro scopo che recarsi infelicità.

 

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