Il giustiziere della notte (2018) USA di Eli Roth
Remake del famoso film con Charles Bronson. Durante una rapina, la moglie e la figlia di Paul, medico chirurgo, vengono ferite. La moglie muore, mentre la figlia resta in coma. Paul spera nella polizia, ma quando casualmente trova un indizio che lo fa risalire ai rapinatori decide di farsi giustizia da solo.
Roth, dopo la fortunata parentesi dei due Hostel, sta cercando una sua dimensione che vada al di là del grandguignol con poco senso. Ha sposato quindi la teoria del remake con scarsa fortuna con un paio di opere, riprova con questo classico degli anni settanta che tanta notorietà aveva dato a Charles Bronson nell’ultima parte della sua carriera.
Il risultato non è incoraggiante, vuoi perchè di giustizieri, nel corso degli ultimi 40 anni, ne abbiamo visti fin troppi, vuoi perchè il film appare spento e poco emozionante fin da subito. Bruce Willis è talmente inespressivo da preoccupare. Non si capisce, a meno di un disinteresse verso la professione d’attore, una prova così svuotata di pathos, pietrificata, abulica. Hitchcock affermava che il successo di un film era direttamente proporzionale alla riuscita caratterizzazione del cattivo. In questo senso c’è un totale fallimento. A distanza di poche ore i cattivi sono solo maschere irriconoscibili di cui non si ricorda il volto e, soprattutto, le battute.