Il coraggio delle due (1945) USA di Anthony Mann
Una tassista di nome Patty Mitchell investe un pedone che dichiara di soffrire di amnesia. La donna si interessa al caso e decide di aiutare l’uomo a ricordare il maggior numero di dettagli possibili. Durante la ricerca però i due scoprono un’amara verità: il giovane è il maggiore indiziato in un caso di omicidio.
Il coraggio delle due è un esempio di giallo di serie B che, pur non eccellendo, riesce comunque a intrattenere grazie alla mano abile di Anthony Mann, un regista che avrebbe in seguito dimostrato un grande talento con opere più mature e sofisticate. Sebbene il film non raggiunga le vette stilistiche dei suoi futuri film noir degli anni ’40, Mann riesce comunque a distinguersi con l’aggiunta di elementi comici e un cast di supporto vivace che conferisce al film una certa leggerezza, mancante nell’originale del 1936.
La trama, che segue i cliché classici del genere whodunit degli anni ’30, è semplice ma funzionale. Il protagonista, affetto da amnesia, e la sua partner improvvisata, la tassista Patty Mitchell, formano una coppia improbabile ma simpatica, la cui chimica funziona grazie a un’interpretazione solida e a una sceneggiatura che, seppur non brillante, è ben strutturata.
Il film si sviluppa principalmente in ambienti interni poco ispirati, che tradiscono il budget limitato della produzione. Tuttavia, Mann riesce a sfruttare al meglio queste limitazioni, costruendo un’atmosfera di suspense che culmina in un efficace colpo di scena finale. L’apertura, con una ripresa in movimento che introduce il protagonista e l’ambientazione, è forse il momento più ispirato del film, stabilendo un tono misterioso che regge fino alla fine.