I migliori anni della nostra vita (1946) di William Wyler
E’ un penetrante ritratto della vita dei militari tornati a casa dalla guerra e segnati per sempre dall’esperienza. Harold Russell è segnato anche nel fisico poiché ha perso entrambe le mani nella realtà. La sua interpretazione del veterano Homer ha commosso tutti, portandogli in dote due Oscar (uno onorario e uno per il miglior attore non protagonista). Davvero notevole anche la partecipazione di Fredric March e Mirna Loy.
Si tratta di un solido melodramma che ha il coraggio di raccontare senza forme elegiache la difficoltà del reinserimento nella vita normale, nel lavoro da parte degli uomini che hanno combattuto. Wyler evidenzia la mancanza di rispetto, il perdurare di sacche di grettezza, meschinità di chi si è arricchito sulla guerra, restando a casa a lucrare sulla vita dei combattenti.
Naturalmente, trattandosi di Hollywood si lavora sugli stereotipi, ma Wyler sa creare un contesto doloroso, vuoto, un panorama sulla società americana postbellica che è molto diversa dal rimando rassicurante e ricco che si voleva dare.
Notevole il lavoro sulla psicologia familiare, sul mondo lavorativo e sui pregiudizi.