Hammamet (2019) ITA di Gianni Amelio
La storia degli ultimi sei mesi di vita di Bettino Craxi, che il discusso uomo politico trascorse in Tunisia dopo essere stato al centro della più grande inchiesta giudiziaria italiana.
il film di Amelio ha il pregio di riportare in vita un personaggio discusso e discutibile che però è stato frettolosamente rimosso dalla storia da troppe persone che non vogliono fare i conti con l’ingombrante figura del leader socialista. Grazie al lavoro di trucco esoprattutto alla prodigiosa interpretazione di Favino (semplicemente sbalorditivo), Craxi torna in vita, mostrato nella sua grandezza di uomo politico, ma anche umanamente fragile e contraddittorio.
Questo è l’aspetto più riuscito del film che riesce a rispettare le idee del politico senza stravolgerlo nè mancandogli di rispetto. E’ il resto che, invece, fa acqua da tutte le parti. Il difetto più grande della sceneggiatura è essere ricorsa ad espedienti narrativi mediocri che forzano la vicenda senza motivo alcuno.
Il personaggio di Fausto è pleonastico, completamente sbagliato e pessimamente recitato; in più non serve alla storia se non per far parlare un po’ Craxi, ma si poteva e doveva trovare un escamotage credibile invece che l’assurda creazione di un carattere di questo tipo. Simbolicamente vuole rappresentare la condizione in cui la partitocrazia ha ridotto le generazioni future? Probabile ma niente di che.
Quando il film si sposta dal politico socialista galleggia in un mare di conformismo e con un’analisi sociopolitica invero superficiale. Quando, invece, si concentra sull’uomo Craxi e sul suo pensiero riesce ad estrarre il meglio.