Frankenstein Junior (1974) USA di Mel Brooks
Frankenstein Junior – Classico della comicità
Il nipote del leggendario Frankenstein eredita il castello di famiglia e ripete l’esperimento del nonno creando un uomo da pezzi di cadavere.
Campione di incassi e film di assoluto successo anche a distanza di tanti anni, questa rilettura parodistica è ancora oggi un piccolo gioiello di comicità, legato indissolubilmente a Mel Brooks che ha diretto il film ma l’ha scritto con Gene Wilder, protagonista.
Brooks prende di mira l’horror gotico, come nel resto della sua carriera ha fatto con il cinema di Hitchcock, la saga di Star Wars, Robin Hood, il musical, il western, Dracula e i viaggi nel tempo. La parodia è però sempre un atto d’amore, una gara citazionista in cui la rilettura non si sofferma alla presa in giro volgare e caciarona (come spesso va di moda oggi), ma può essere affrontata su più chiavi di lettura.
Il suo afflato filologico qua, infatti, raggiunge il suo massimo livello e non mostra segni di cedimento come sempre più gli è accaduto nel corso degli anni. La partenza è il cinema di Whale e il dittico Frankenstein e La moglie di Frankenstein, forse perchè il riferimento letterario è assai più potente in queste pellicole che nelle successive interpretazioni dei personaggi. Ma l’omaggio non si ferma alla scopiazzatura dei tratti somatici, si estende alla qualità dell’immagine, all’uso del bianco e nero.
L’equilibrio tra le parti comiche ed il richiamo ai modelli originari dà vita ad un’opera che ha ancora una folla adorante che conosce ogni singola battuta. La forza di quest’opera, però, è l’aver superato il tempo ed essere sopravvissuta ai suoi stessi miti facendosi essa stessa forma di conoscenza per i capolavori degli anni trenta. E non è un merito immenso?