Forza maggiore. L’insostenibile peso dell’egoismo

Il nostro parere

Forza maggiore (2014) SVE di Ruben Ostlund

Vacanze in montagna di una serena e perfetta famigliola nordica. Mentre stanno pranzando sulla terrazza dell’hotel si verifica una valanga che sta per travolgere l’albergo. Il padre fugge abbandonando la famiglia, nonostante i figli lo stessero chiamando terrorizzati. Per fortuna non accade nulla di irreparabile ma il comportamento dell’uomo svela un tratto egoistico della sua personalità che sconvolge la moglie, distruggendo e disgregando ogni sentimento d’amore e di affetto.

Intorno a questa coppia si aggirano altre coppie che cercano di analizzare l’evento, senza trovare una spiegazione, anzi innescando un processo di identificazione che costringe ogni personaggio a porsi domande sulla propria resistenza etica.

Il paesaggio alieno della natura incontaminata, le forme geometriche ripetitive dell’albergo sono lo sfondo di un dramma interiore profondo, dove il pubblico è costretto ad analizzarsi specularmente al protagonista. Dove finisce il nostro egoismo, quanto grande è il nostro amore per i figli, i congiunti? Ostlund affronta questi quesiti con mano ferma, algido nella decostruzione di una coppia, opponendo la natura infinita, agli spazi angusti dell’animo umano definito dalla struttura architettonica limitante dell’Hotel. Efficace

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