Don’t worry darling

Il nostro parere

Don’t worry darling (2022) USA di Olivia Wilde


Una casalinga che vive in una comunità sperimentale inizia a sospettare che la compagnia del marito nasconda segreti inquietanti. Troppe cose appaiono essere diverse da quelle che sono, troppe stranezze in un mondo che comincia ad essere incomprensibile.


L’abbiamo già vista con La fabbrica delle mogli (1975) e con il suo remake del 2004 La donna perfetta, così come in una dozzina di altri thriller classici e meno classici e film di fantascienza. Troppe versioni di questa storia per non sapere dove sta andando. Quando una sceneggiatura va così male così in fretta, può essere difficile valutare la prova della regista. Wilde inizia il film con molta energia, portando lo spettatore in mezzo alla comunità senza alcun background o impostazione, e fa un buon lavoro concentrandosi sugli aspetti della vita della comunità, ma poi compie scelte semplicistiche.

Florence Pugh recita in modo eccellente anche se la sua tendenza all’istrionismo sembra forzata. Difficile dire se Harry Styles possa recitare poiché in Don’t Worry Darling è più preoccupato per il suo aspetto che per la qualità della sua interpretazione. Non ha chimica con Pugh, il che danneggia il film poiché il loro amore eterno si trova al centro emotivo.

Per quanto lucido possa essere il design di produzione del film, lo schema degli anni ’50 sembra piuttosto stantio. Il film si basa su idee sessiste, facendo uno spettacolo delle disuguaglianze di potere ma la sua narrazione è troppo limitata dalla banalità di una scrittura pigra e fiacca.

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