Dio esiste e vive a Bruxelles. Un’altra religione

Il nostro parere

Dio esiste e vive a Bruxelles (2015) BEL di Jaco Van Dormael

Se Dio fosse un essere abbietto (uomo naturalmente) che gode nel fare del male agli uomini? Se fosse anche un pessimo padre che tiene segretata la moglie e la giovane figlia? Se Gesù fosse stato il suo figlio ribelle che ha agito in modo opposto alle intenzioni del padre? Da queste tre domande nasce l’ultima opera di uno dei registi più originali del panorama europeo. Jaco Van Dormael ha girato solo 4 lungometraggi in 25 anni. Ogni volta ha proposto storie fuori da ogni canone, riflessioni imbizzarrite sulla diversità, indagini sui recessi dell’animo umano, con le sue oscurità, condotte sempre con lievità ed ironia.

La figlia di Dio, Ea, ha solo dieci anni, ma dentro di lei abita la poesia e l’amore, nonostante la cattiveria del genitore, albergano le virtù che lei trasmette ai suoi nuovi apostoli. Ma Ea non insegna agli uomini cosa fare per essere migliori, li aiuta a scoprire cosa di buono esiste in loro, assistendoli. Ed ecco che da sei persone, apparentemente lontane da ogni forma di santità, esce il Nuovo nuovo testamento che cambierà la vita degli uomini. Anche se….. la donna è la vera fonte di salvezza.

Pur senza toccare i vertici raggiunti con la sua opera prima (Toto les heros), il cinema di Van Dormael ha grande forza ed impatto. Non lascia mai indifferente lo spettatore perché sa toccare le corde del melodramma. La sua vera grandezza sta nella capacità di viaggiare sul limite del parossismo. Talvolta non ci riesce ed è qui il suo limite.

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