Dieci minuti

Il nostro parere

Dieci minuti (2024) ITA di Maria Sole Tognazzi


Bianca entra in una fase di piena crisi esistenziale decide di ricorrere ad una psicoterapeuta dopo aver tentato il suicidio, che chiede alla sua paziente di dedicare dieci minuti del suo tempo ogni giorno a qualcosa che non ha mai fatto prima.


Il ritorno di Maria Sole Tognazzi al cinema, dopo la parentesi televisiva con la serie “Petra”, è un adattamento del romanzo “Per dieci minuti” di Chiara Gamberale. Il film, che vanta una sceneggiatura co-scritta con Francesca Archibugi, narra la storia di Bianca, interpretata da Barbara Ronchi, una quarantenne in crisi esistenziale dopo essere stata lasciata dal marito e aver perso il lavoro.
La trama ruota attorno al consiglio terapeutico della dottoressa Brambati (Margherita Buy), che prescrive a Bianca di dedicare dieci minuti al giorno a compiere azioni mai provate prima. Questo spunto, sebbene intrigante, non riesce a sostenere completamente la narrazione del film, che si perde in una psicoterapia applicata al cinema, con situazioni prevedibili. La protagonista è supportata dalla sorellastra Jasmine (Fotinì Peluso), con cui sviluppa un rapporto di reciproco sostegno che sottolinea un tema di sorellanza femminile.
“Dieci minuti” si caratterizza per un’impronta letteraria che sovrasta le immagini, lasciando poco spazio alla creatività visiva. Le citazioni colte e i dialoghi dominano, a discapito della narrazione cinematografica, e la musica d’accompagnamento non contribuisce a creare le giuste atmosfere. Nonostante la buona prova del cast, in particolare di Ronchi e Peluso, il film soffre di una mancanza di profondità e di una tendenza a restare nella comfort zone della fiction.
L’opera è ben confezionata ma non riesce a sfruttare appieno il suo potenziale, rimanendo intrappolata in una retorica priva di sorpresa. Tuttavia, potrebbe trovare un pubblico femminile e femminista di riferimento, capace di apprezzarne i temi e la sensibilità.

Il ritorno di Maria Sole Tognazzi al cinema, dopo la parentesi televisiva con la serie “Petra”, è un adattamento del romanzo “Per dieci minuti” di Chiara Gamberale. Il film, che vanta una sceneggiatura co-scritta con Francesca Archibugi, narra la storia di Bianca, interpretata da Barbara Ronchi, una quarantenne in crisi esistenziale dopo essere stata lasciata dal marito e aver perso il lavoro.

La trama ruota attorno al consiglio terapeutico della dottoressa Brambati (Margherita Buy), che prescrive a Bianca di dedicare dieci minuti al giorno a compiere azioni mai provate prima. Questo spunto, sebbene intrigante, non riesce a sostenere completamente la narrazione del film, che si perde in una psicoterapia applicata al cinema, con situazioni prevedibili. La protagonista è supportata dalla sorellastra Jasmine (Fotinì Peluso), con cui sviluppa un rapporto di reciproco sostegno che sottolinea un tema di sorellanza femminile.

“Dieci minuti” si caratterizza per un’impronta letteraria che sovrasta le immagini, lasciando poco spazio alla creatività visiva. Le citazioni colte e i dialoghi dominano, a discapito della narrazione cinematografica, e la musica d’accompagnamento non contribuisce a creare le giuste atmosfere. Nonostante la buona prova del cast, in particolare di Ronchi e Peluso, il film soffre di una mancanza di profondità e di una tendenza a restare nella comfort zone della fiction.

L’opera è ben confezionata ma non riesce a sfruttare appieno il suo potenziale, rimanendo intrappolata in una retorica priva di sorpresa. Tuttavia, potrebbe trovare un pubblico femminile e femminista di riferimento, capace di apprezzarne i temi e la sensibilità.

 

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