Come un gatto in tangenziale (2018) ITA di Riccardo Milani
Giovanni, intellettuale che lavora per il Parlamento Europeo sulla situazione delle periferie italiane, cui verranno concessi fondi a sostegno di attività imprenditoriali per persone in difficoltà economica, scopre che la figlia tredicenne Agnese si è fidanzata con Alessio, un coetaneo del difficile quartiere romano di Bastogi. Giovanni segue Agnese e conosce la vulcanica Monica, madre di Alessio, che gli frantuma il parabrezza dell’auto con una mazza da baseball. Monica è una popolana ignorante ma vitale che cerca di dare al figlio e a se stessa un’esistenza dignitosa. I due si alleano per dissuadere i figli dalla frequentazione, convinti che non può nascere nulla da diversità sociali così evidenti.
La coppia Albanese-Cortellesi riesce a funzionare sullo schermo, soprattutto se a guidarli vi è un regista equilibrato come il compagno dell’attrice, Riccardo Milani, autore in passato di film sempre dignitosi e di buon livello. Naturalmente vi è una bella dose di macchiettismo, di stereotipi e di cadute di stile nello scritto, ma il prodotto funziona mantenendosi sempre nei limiti del buon gusto. Limitare due mattatori come i protagonisti è d’altro canto pressochè impossibile, ma contenerli in una confezione che mantenga la sua credibilità era meno scontato.
Rispetto al lavoro precedentemente svolto in coppia, infatti, la vicenda mantiene la sua omogeneità anche nel finale, riuscendo a strappare un sorriso amaro.