Codice 999 (2016) USA di John Hillcoat
In un Atlanta oscura, disperata e violenta si dipanano le vicende di diversi personaggi. Un gruppo di ex militari e poliziotti lavorano per conto della mafia russa. Dopo una rapina, sono costretti a tentare un altro colpo per trovare documenti al fine di salvare un capomafia russo. Tutti sono attratti dal denaro ma le motivazioni sono diverse. In più non hanno scelta, i russi li ricattano, li uccidono per costringerli a fare un colpo. L’unica soluzione è uccidere un poliziotto prima della rapina, troppo complicata e difficile, con lo scopo di avere più tempo a disposizione. Un altro agente è sulle loro tracce. Tracce piene di sangue e violenza: nessuno è buono, nessuno può essere salvato.
Hillcoat è un regista molto interessante. The road era un road movie postapocalittico, teso e denso. Il successivo Lawless, un insuccesso, ha probabilmente bloccato la sua carriera. Riparte da un durissimo thriller, in cui ritrae un mondo oscuro, disperato dove ogni strada imboccata diventa cieca, dove c’è la certezza dell’infelicità, dove la violenza domina ed è l’unica legge valida.
E’ un’opera secca, mai compiaciuta, sempre ricca di ritmo, di tensione. I personaggi non hanno complesse sovrastrutture psicologiche. Hillcoat fa intuire alcune motivazioni, ma lascia che lo spettatore percepisca la profondità di ciò che non viene detto, pronunciato. Lo fa per accenni, ellissi, frasi buttate lì in mezzo a dialoghi frettolosi, determinati dall’urgenza dell’azione.