Class enemy. Dentro la classe

Il nostro parere

Class enemy (2013) SLO di Rok  Bicek

Slovenia, oggi. L’arrivo del nuovo professore, il durissimo Robert,  apre uno scontro con la classe, Quando una degli studenti si suicida scatta un meccanismo di ribellione verso la scuola, soprattutto verso Robert, incolpato del suicidio. I ragazzi però prendono tutto come bersaglio, vogliono sovvertire il mondo,  vendicarsi della morte dell’amica.

Film duro e urticante che cerca di riflettere sulla società slovena partendo dal microcosmo di una classe sconvolta da un evento, è un’opera prima non priva di difetti, nonostante sia provocatoria e interessante. Il personaggio del professor Robert Zupan è impossibile da apprezzare. Siamo ben lontani dal professor Keating de L’attimo fuggente. Zupan  non ha alcuna empatia verso gli alunni, non ha la minima idea di cosa sia la pedagogia e, al di là delle sue intenzioni, non può essere apprezzato come insegnante perchè un buon educatore non userebbe le sue pratiche. Buona la caratterizzazione dei ragazzi, colti nelle loro debolezze, specchio dei loro genitori, vittime di una società incerta e paurosa, timorosa ed incapace di fornire una linea, dei valori cui appigliarsi. La ribellione si involve nel tornaconto personale, nei litigi del gruppo che si rinfaccia comportamenti e timori fino a descrivere un mondo in cui nessuno ha ragione. Zupanè l’elemento perturbante che sconvolge le abitudini ed il conformismo.

Il film risente dell’aspirazione all’allegoria sociologica, della volontà didascalica di cogliere la società slovena nel suo conformismo. In questo senso diventa schematico e prolisso in alcuni frangenti pur restando nell’ambito di una riflessione penetrante e mai banale.

 

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