Child 44 (2015) di Daniel Espinosa
Mosca, 1953. Leo Demidov, membro della polizia segreta sovietica dell’MGB, perde il proprio status quando rifiuta di denunciare come traditrice la moglie Raisa. Esiliati da Mosca e inviati in un gelido avamposto di provincia aiutano il Generale Mikhail Nesterov ad indagare su una serie di delitti di bambini che avvengono lungo le ferrovie russe e che li porterà a scontrarsi con il folle Vasili, rivale di Leo della polizia segreta.
Il film è ispirato alla vera storia del serial killer di Rostov, ma è ambientato nel periodo tardo staliniano per dare un tocco di suspence in più aggiungendovi il cattivone che vuole rovinare la vita al nostro eroe. Questa parte è la più debole mentre è decisamente più interessante l’indagine condotta in un contesto difficile quale la società russa inizio anni ’50.
Girato in modo abbastanza convenzionale, ha un punto di forza in Tom Hardy che appare sempre di più come un attore di grande spessore, capace di reggere sulle spalle un’intera opera cinematografica. Buona la fotografia.