Bleed. Più forte del destino. Pugili

Il nostro parere

Bleed Più forte del destino (2016) USA di Ben Younger

Biopic di profilo sportivo, Bleed racconta del pugile Vinnie Pazienza. Pazienza è un pugile con poco stile ma di grande resistenza fisica. Una volta perso il titolo mondiale si ricostruisce grazie ad un nuovo allenatore e torna ad essere campione. Un incidente automobilistico mette in pericolo la sua vita. Le fratture al collo sconsigliano di fare box, ma lui ha solo quello in testa e così si allena contro tutto e tutti per tornare sul ring e vincere. Da una storia vera.

Miles Teller è Vinnie, in un nuovo ruolo ai limiti della masochistica devastazione del proprio corpo dopo Whiplash. Insieme a lui, irriconoscibile per la calvizie e i chili di troppo, Aaron Eckart, impegnato a dare credibilità al solito ex pugile dedito troppo alla bottiglia che trova una ragione di vita nel salvare un uomo dal suo e dal proprio declino.

 Quali sono gli stimoli che hanno spinto Pazienza a tenere duro, a tornare ad allenarsi come un matto invece che dar retta ai medici e prepararsi per la vita successiva? La risposta a queste domande stanno nella forza psichica sovrumana dell’uomo, capace di sopportare ogni dolore perchè è l’unica cosa che sa fare nella vita, non ha altro e lo sa bene. Younger stringe l’immagine solo su Vinnie e sul suo allenatore, entrambi determinati a riscattare se stessi. Il film non si distrae, concentra la sua attenzione sul pugile ossessionato, riservando poco spazio per il contesto; continua dritto con l’allenamento per tornare sul ring, più che con le ormai così abusate sequenze sul quadrato.

Il film è convenzionale e cronologico, lascia poco spazio alla poesia e alle riflessioni.

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