Black mass (2015) di Scott Cooper
La carriera criminale del boss di Boston James Whitey Bulger ed il suo malsano rapporto con l’agente dell’FBI John Connolly diventa un’epopea per raccontare un pezzo degli Stati Uniti e l’ascesa di un uomo complesso e malvagio al potere assoluto in una città.
Lo sguardo di Scott Cooper è quasi documentaristico mentre segue l’evoluzione criminale di Bulger, l’efferatezza sempre crescente dei suoi crimini, il progressivo immergersi in questa massa nera che è la sua anima (groviglio di affetto filiale e paterno dolorosamente interrotto nonchè spietato esecutore di innocenti). Una massa nera che è anche il clima omertoso e complice che ha cresciuto sia il fratello politico che il Gmen John Connolly per cui la fedeltà al quartiere, alle amicizie nate da bambini, è superiore al proprio dovere civico e morale. La sua regia è efficace e penetrante; la direzione degli attori forse la parte più interessante.
E’ un film di denuncia e di genere classico, capace di avvincere lo spettatore. Cooper, chiamato a rimpiazzare Barry Levinson, si attiene forse troppo ai prototipi come Il padrino o The departed, quest’ultimo ispirato proprio dalle vicende criminali di Bulger seguito in una sorta di pedinamento. A lui presta il volto Johnny Depp, finalmente tornato ad un vero ruolo attoriale, ad una prova seria, invece delle gigionerie che rischiano di travolgerlo confinandolo in una dimensione macchiettistica. Il difetto sta nel fascino del male che non è controbilanciato da un’analisi rigorosa di quanto avviene. Tuttavia, l’intento del regista non è l’analisi sociale, ma il grumo di sentimenti che fanno di un uomo, il killer crudele che è.
Black mass è la storia di una perdizione, di un cuore già molto provato che diventa così insensibile da sembrare disumano, inconcepibile. Nella banalità del male, Bulger è un archetipo e lo scivolamento di ogni confine etico e morale che distrugge il suo amico poliziotto, ridotto alla fine alla stregua di un servitore inanimato, è la prova del potere che il male ha in ognuno di noi.