Abbiamo già ricordato Silvana Pampanini in questo articolo (http://www.ifellini.com/silvana-pampanini/). Ora omaggiamo alcune delle attrici che ci hanno lasciato nel 2016, le più significative.
10. Angela Goodwin (1925-2016) Di padre italo-americano, si reca negli USA per frequentare corsi di recitazione, ritorna a Roma all’inizio degli anni ’60, recitando tra l’altro in lavori drammatici con Vittorio Gassman, sino a ricoprire parti brillanti in commedie con Renato Rascel. È stata interprete di numerose commedie all’italiana (fra le principali Venga a prendere il caffè da noi, Amici miei e il sequel Amici miei – Atto II° dove interpreta la moglie del Perozzi).
9. Nancy Davis (1921-2016) Venne cresciuta dagli zii a causa della separazione dei genitori. Si ricongiunse con la madre nel 1929. Una volta cresciuta, svolse lavori saltuari tra cui la commessa; poi si trasferì a Hollywood, dove ottenne un contratto con la Metro-Goldwyn-Mayer: inizialmente le vennero affidati piccoli ruoli in pellicole come I marciapiedi di New York, successivamente ricoprì il ruolo di protagonista in film come Solitudine (1951) e Le pantere dei mari (1957). Nel 1949, in pieno maccartismo, finì nella “Hollywood Blacklist”, una lista di attori sospettati di avere legami col comunismo: trattandosi di una sua omonima, Nancy si rivolse a Ronald Reagan, anch’egli attore e all’epoca presidente della Screen Actors Guild; l’uomo sistemò la faccenda e i due si innamorarono e si sposarono. Ronald e Nancy Reagan recitarono insieme in un solo film, intitolato Le pantere dei mari. La pellicola segnò anche l’ultima apparizione sul grande schermo di Nancy.
8. Marina Malfatti (1933-2016) A 17 anni si iscrisse a Parigi al Cours d’Art Dramatique. Due anni dopo, al rientro in Italia debuttò al cinema con le prime parti. In teatro venne scoperta da Arnoldo Foà. Sul piccolo schermo arrivò nel 1966 con Le inchieste del commissario Maigret. Nel 1974 prese parte allo sceneggiato Malombra, che le dette grande popolarità e le permise di alternare l’attività teatrale con quella televisiva. Sempre negli anni settanta fu protagonista dalla stagione del cinema italiano, caratterizzata da film horror a sfondo demoniaco: la Malfatti recitò in pellicole quali La notte che Evelyn uscì dalla tomba (1971), Sette orchidee macchiate di rosso (1972), Un fiocco nero per Deborah (1974) e altre, divenendo un’icona del genere.
7. Madeleine LeBeau (1923-2016) Sposò l’attore Marcel Dalio nel 1939. Nel giugno 1940 fuggirono da Parigi a causa dell’occupazione tedesca per l’America. La LeBeau firmò un contratto con la Warner. Apparve in Casablanca, nel quale interpretò il ruolo della stella del Rick’s Café e amante di Rick (Humphrey Bogart); è rimasto celebre il primo piano della Lebeau, fervente antinazista, mentre nella pellicola canta La Marsigliese. Durante le riprese del film, in cui anche Dalio recitò nel ruolo del croupier Emil, la coppia divorziò. Dopo la Seconda guerra mondiale, scaduto il contratto con la Warner, la LeBeau tornò in Francia e continuò la sua carriera. Nel 1988 sposò lo sceneggiatore italiano Tullio Pinelli, conosciuto sul set di 8½ di Fellini. Ha recitato anche in Angelica di Borderie.
6. Zsa Zsa Gabor (1917-2016) Nasce a Budapest, con il nome di Sari Gabor. Miss Ungheria nel 1936, ha intrapreso poi la carriera di attrice cinematografica. In oltre 50 anni di carriera ha lavorato in più di 60 pellicole riuscendo ad ottenere ruoli in produzioni importanti con registi del calibro di Orson Welles (L’infernale Quinlan), John Huston (Moulin Rouge) e Vincente Minnelli (Storia di tre amori). Deve la fama anche ai numerosi matrimoni (9) che hanno coronato la sua tempestosa vita.
5. Nicole Maurey (1925-2016) Debuttò nel 1945, interpretando alcuni film in costume. Risale al 1951 il primo ruolo in una produzione di prestigio, Il diario di un curato di campagna (1951), uno dei capolavori del cinema francese, diretto da Robert Bresson. La Maurey ottenne successivamente un altro ruolo di rilievo nel dramma Le compagne della notte (1953) di Ralph Habib, uno studio su un gruppo di prostitute parigine. Nello stesso anno l’attrice iniziò una fortunata parentesi hollywoodiana, con il regista George Seaton in Per ritrovarti (1953). Malgrado il successo, rifiutò di restare a Hollywood. Nel 1953 comparve nel film francese Il nemico pubblico numero uno (1953), una commedia con Fernandel, e nei kolossal storici Versailles (1954) e Napoleone Bonaparte (1954), due produzioni dirette da Sacha Guitry. Sempre nel 1954 interpretò Il segreto degli Incas (1954), una romantica avventura esotica con Charlton Heston e Robert Young. Ormai celebre per il suo charme, la Maurey conquistò la copertina della prestigiosa rivista Life e venne successivamente scritturata dalla casa produttrice RKO per ruolo della prostituta Fiamma nel dramma bellico La soglia dell’inferno (1957). Nello stesso periodo apparve anche in una commedia britannica, Sette mogli per un marito (1955) e in due produzioni francesi, Polizia – sezione scomparsi (1956) e Azione immediata (1957). La Maurey tornò negli Stati Uniti per la commedia Io e il colonnello (1958), accanto a Danny Kaye. Il 1959 fu l’anno del western I ribelli del Kansas (1959). Nel 1960 la Maurey terminò la propria esperienza a Hollywood con la commedia In due è un’altra cosa (1960), nella quale ritrovò Bing Crosby. Il ritorno in Francia coincise con il passaggio in teatro. Si ritirò dalle scene alla fine degli anni ottanta.
4. Chus Lampreave (1930-2016) Ottenuto il diploma, si iscrisse all’Accademia di Belle Arti per perfezionare lo studio della pittura, sua prima grande passione. Nel 1958 debuttò come attrice televisiva. Girò il suo primo film con Marco Ferreri (El pisito), quindi collaborò con Luis García Berlanga. Raggiunse la popolarità negli anni ottanta, quando Almodóvar la scelse per L’indiscreto fascino del peccato (1983), Che ho fatto io per meritare questo? (1984), Matador (1985) e Donne sull’orlo di una crisi di nervi (1988). Con Almodóvar ha collaborato anche in altre pellicole (in tutto otto) fra le quali Volver (2006) per cui ottenne il palmarès al Festival di Cannes 2006, insieme alle altre attrici del film, per la migliore interpretazione femminile. Ha recitato anche per Fernando Trueba nei film L’anno delle luci e Belle Époque. Con quest’ultimo film, nel 1993 ha vinto il Premio Goya come migliore attrice non protagonista.
3. Patty Duke (1946-2016) Per la parte della giovane donna nata cieca, sorda e muta in Anna dei Miracoli nel 1963 aveva vinto un Oscar come migliore attrice non protagonista. Nel film è stata affiancata da Anne Bancroft che vinse l’Oscar come migliore protagonista. Patty era appena sedicenne e il suo fu il primo Academy Award della storia ad essere conferito a un minorenne. Aveva anche recitato in La valle delle bambole, My Sweet Charlie e per il «Patty Duke Show» andato in onda sulla tv americana dal 1963 al 1966. Aveva successivamente vinto un Golden Globe per Me, Natalie, girato nel 1969. Complessa e triste la sua vita privata, tra attacchi di depressione, anoressia, tentativi di suicidio, matrimoni e divorzi.
2. Se ne sono andate insieme, a distanza di un solo giorno, prima la figlia Carrie Fisher (1956-2016) e poi la madre Debbie Reynolds (1982-2016). È stato un rapporto molto difficile, raccontato nei libri della stessa Fisher. Le cronache riportano che negli ultimi tempi si erano molto ravvicinate. Chissà se è vero, anche se a noi piace pensarlo. Debbie Reynolds esordisce a soli 16 anni. A 19 il suo più grande successo Cantando sotto la pioggia (1952) per la regia di Gene Kelly. Per la sua bellezza fresca e delicata, e la grazia del suo spirito, è stata una delle più amate fidanzatine d’America. Per tutti gli anni ’50 e ‘60 sarà la brillante interprete di numerosi film, quasi sempre commedie. Nel 1964 viene nominata agli Oscar per la sua interpretazione nel musical Voglio essere amata in un letto di ottone, il film da lei più amato. Dal 1973 si dedica al teatro e alla televisione. Uno dei suoi ruoli più riusciti è stato in Will and Grace. Carrie Fisher è stata attrice, ma anche scrittrice e sceneggiatrice. Nella scrittura ha espresso compiutamente il suo grandissimo talento, ma passerà alla storia per aver interpretato la principessa Leia nella saga di Star Wars. Carrie era bipolare, non riuscendo a gestire l’enorme pressione del successo è caduta nell’abuso di droga e alcool. Dopo essersi disintossicata ha portato in teatro la sua esperienza personale. Famose le sue apparizioni in Blues Brothers e Harry, ti presento Sally. Doveva apparire anche negli episodi 8 e 9 di Star Wars.
1. Michèle Morgan (1920-2016) A 15 anni lasciò casa per andare assieme al fratello a Parigi. Dopo il debutto con piccoli ruoli, nel 1937 arrivò la prima grande occasione grazie al film Il caso del giurato Morestan, seguito l’anno successivo da Delirio, entrambi diretti da Marc Allégret. Attirata l’attenzione di Hollywood, lasciò la Francia nel periodo dell’invasione nazista. Nel 1942 sposò l’attore statunitense William Marshall da cui divorziò nel 1948. Nel 1950 la Morgan si risposò con l’attore francese Henri Vidal, al fianco del quale rimase fino alla morte di lui, nel 1959. Successivamente fu sentimentalmente legata all’attore e regista Gérard Oury,. Si impose all’attenzione del grande pubblico con Il porto delle nebbie (1938), capolavoro di Marcel Carné a fianco di Jean Gabin. Per l’interpretazione nel film Sinfonia pastorale (1946) di Jean Delannoy vinse il premio per la migliore interpretazione femminile al Festival di Cannes. Tra le sue interpretazioni, da ricordare L’ora del destino (1942) con Paul Henreid, Il giuramento dei forzati (1944), al fianco di Humphrey Bogart, Incatenata (1946), con Robert Cummings, e Idolo infranto (1948) con Ralph Richardson. Continua a lavorare in Francia in melodrammi o in alcune pellicole del genere noir ma, con la nouvelle vague, venne ignorata dalla nuova generazione di registi. Si è successivamente dedicata al teatro.