Vangelo secondo Maria

Il nostro parere

Vangelo secondo Maria (2023) ITA di Paolo Zucca


Maria è una ragazza di Nazareth e in quanto femmina non le è permesso fare nulla, nemmeno imparare a leggere e scrivere. Ma nella sinagoga ascolta con entusiasmo le storie dei profeti e sogna libertà, conoscenza e avventura. Trasposizione del libro del 1979 scritto da Barbara Alberti che è anche cosceneggiatrice.


Il romanzo “Vangelo secondo Maria”, scritto da Barbara Alberti nel 1979, è stato concepito in un periodo di ferventi battaglie femministe. La scrittrice umbra, attiva nel Partito radicale, ha voluto provocare: ha deciso di far ridere la Madonna, che invece piangeva nei suoi ricordi di infanzia. L’Alberti ha sottolineato che, nonostante il suo ruolo sacro, la Madonna è presentata nei Vangeli come una figura senza voce, relegata a una subalternità imposta dalla cultura patriarcale.

La trasposizione cinematografica diretta da Paolo Zucca in Sardegna ha saputo sfruttare la bellezza del paesaggio locale, con location come il Bastione di San Remy e il complesso nuragico di Tamuli. La cinematografia, curata da Simone D’Arcangelo, ha trasportato lo spettatore in un’atmosfera che mescola realtà e magia. La riscrittura del finale, avvenuta dopo 45 anni, ha mantenuto un forte legame con l’attualità, invitando a riflettere sulle battaglie femministe e sui diritti delle donne.

Nel film, Maria è rappresentata come un’adolescente ribelle e curiosa, che si oppone a un matrimonio combinato e desidera scoprire il mondo. Questo ritratto contrasta con l’immagine tradizionale di una Madonna silenziosa e passiva. La storia d’amore tra Maria e Giuseppe, interpretata da Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann, riflette una relazione di complicità e sostegno verso l’autodeterminazione di Maria.

Paolo Zucca ha rifiutato la spettacolarizzazione e ha cercato ispirazione nella tradizione pasoliniana. Con un cast attento e una direzione della fotografia che richiama stili austeri, il film si distacca da logiche produttive convenzionali, proponendo un’opera originale e coraggiosa. La tematica femminista è presentata in modo diverso rispetto a certe narrazioni moderne, sottolineando che l’uomo può essere un complice, non un oppressore. Così, la vicenda biblica viene attualizzata, divenendo un manifesto per il libero arbitrio e contro l’ignoranza, senza cadere in retoriche sentimentali.

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