La folle vita (2020) Fra di Raphael Balboni e Ann Sirot
Alex e Noémie vorrebbero avere un figlio, ma i loro piani iniziano a cambiare quando Suzanne, l’elegante e carismatica madre di Alex, diventa sempre più coinvolta nella vita della coppia dopo essersi ammalata di una rara forma di demenza che in poco tempo la trasforma completamente.
“La folle vita” (titolo originale: “Madly in Life”) è un film diretto dal duo Ann Sirot e Raphaël Balboni, esordienti alla regia. La trama, che potrebbe facilmente scivolare in un dramma pesante, è invece gestita con leggerezza dai registi, che riescono a bilanciare l’umorismo con la gravità del tema. Le situazioni che Alex e Noémie devono affrontare – dalle difficoltà di gestire Suzanne, che non può più guidare e comincia a dimenticare chi sono le persone a lei vicine, fino al crescente stress che mette a dura prova la loro relazione – sono rappresentate in modo umano e toccante, senza mai cadere nel patetico.
La forza del film risiede soprattutto nelle interpretazioni degli attori, con Jo Deseure che offre una performance molto buona. La sua Suzanne, eccentrica e vulnerabile, è il cuore pulsante della storia, una figura che riesce a essere tanto affettuosa quanto disarmante. La sua rappresentazione della malattia è al tempo stesso commovente e realistica, dando al pubblico una visione delicata ma autentica delle sfide della demenza.
Il film è arricchito da una regia dinamica, che utilizza tecniche come i jump cuts per dare spazio all’improvvisazione degli attori e creare un ritmo che alterna momenti di commedia a quelli più emotivi.
Nonostante un tema potenzialmente deprimente, “La folle vita” riesce a mantenere un tono ottimistico, culminando in una conclusione che lascia una piacevole sensazione. Certo, ci sono momenti in cui la narrazione sembra rallentare, ma nel complesso, il film mantiene un equilibrio ben riuscito tra leggerezza e profondità.