10. Gordon Hessler (12 December 1925 – 19 January 2014) Inglese, è stato un buon artigiano del cinema horror anni sessanta dirigendo in più di una occasione la coppia Vincent Price-Christopher Lee. Molti dei soggetti poi realizzati erano presi dalla penna di Edgar Allan Poe.
9. Andrew McLaglen (Londra, 28 luglio 1920 – Friday Harbor, 30 agosto 2014) Anche lui un regista inglese, ma diventato famoso soprattutto per aver diretto film western. Era uno dei collaboratori preferiti di John Wayne che ha diretto per cinque film. Ha girato anche I 4 dell’oca selvaggia (1978) ed il suo sequel. Moltissime anche le produzioni televisive. Opere più famose Shenandoah, la valle dell’onore (1965), Chisum (1970).
8. Malik Bendjelloul (Yistad, 14/9/77 – Stoccolma 13/5/2014) Il tragico suicidio del regista svedese ci ha privato di un talento. Il suo documentario Searching for sugar men ha vinto l’Oscar ed è stato una rivelazione. Un peccato.
7. Harold Ramis (Chicago, 21/11/1944 – 24/2/2014) E’ stato un bravo attore, un ottimo sceneggiatore/regista ed una persona splendida dicono i suoi amici. Lo rimpiange, in modo particolare, Bill Murray con cui ha stretto un sodalizio artistico e personale che li ha legati fino alla morte di Ramis. Ha scritto la sceneggiatura di pilastri come Animal House o Ghostbusters, ha creato dal nulla una delle commedie più simpatiche del cinema americano recente come Ricomincio da capo. Ha saputo giocare sulla figura del tipico mafioso italoamericano dando la possibilità a Robert De Niro di autocitarsi con ironia in Terapia e pallottole.
6. Gabriel Axel (Aarhus 18/4/1918 – 9/2/2014) Attore e regista noto in patria, soprattutto per diversi lavori televisivi, prima di diventare famosissimo e amato per il suo capolavoro Il pranzo di Babette, Palma d’Oro a Cannes. Il film, tratto da una novella di Karen Blixen, è un ispirato percorso di vita; il suo stile, asciutto, rigoroso e poetico, ha lasciato un segno negli spettatori.
5. Paul Mazursky (New York 25/4/1930 – Los Angeles 30/6/2014) Ha vissuto il suo grande momento di notorietà negli anni settanta quando ha diretto una serie di film notevoli, capaci di restituire le contraddizioni dell’epoca e della sua nazione. Poi film di un certo valore, ma aveva perso il tocco magico se non per alcuni brani. In mezzo tante apparizioni da attore, soprattutto in ruoli marginali che lo divertivano. Le sue opere principali sono Bob & Carol & Ted & Alice sulla liberazione sessuale, Il mondo di Alex (una vera e propria rivisitazione di Otto e mezzo di Fellini che appariva nel ruolo di se stesso), Harry e Tonto (Oscar per Art Carney) e Stop a Greenwich Village: entrambi raccontano dei cambiamenti dell’America, il primo attraverso un road movie, il secondo attraverso le aspirazioni mancate di giovani alla ricerca del successo. Da segnalare anche Su e giù per Beverly Hills.
4. Richard Attenborough (Cambridge 29/8/1923 – Londra 24/8/2014) Come attore si è segnalato in varî film tra i quali: Brighton rock (Lo strangolatore di Brighton, 1948), The magic box (La stupenda conquista, 1951), Escape (La grande fuga, 1962), Ten little indians (1974), The chess players (I giocatori di scacchi, 1977), Jurassik Park (1993). Esordì nella regia con Oh what a lovely war (Oh, che bella guerra!, 1969). Ha quindi diretto: Young Winston (Gli anni dell’avventura, 1971), A bridge too far (Quell’ultimo ponte, 1977), Magic (1978), Cry freedom (Grido di libertà, 1987), Chaplin (1992), Grey Owl (Gufo grigio, 1999). Il suo immenso trionfo personale avviene con Gandhi (1983). Il biopic dedicato all’eroe della non violenza trionfa agli Oscar e al botteghino.
3. Vera Chytilova (Ostrava 2/2/1929 – Praga 12/3/2014)
2. Mike Nichols (Berlino 6/11/1931 – New York 19/11/2014) Il suo vero nome era Michael Igor Peschowsky figlio di un emigrato ebreo russo fuggito in America dopo le leggi naziste di Hitler nel 1939. Come molti altri registi, nasce come attore, meglio come cabarettista, esercitando fin da subito il suo tipico umorismo dissacratorio e smitizzante. Dopo una riuscita riduzione teatrale di Chi ha paura di Virginia Wolf? imbrocca subito il successo con lo strepitoso Il laureato che gli dà l’Oscar come miglior regista (saranno ben 5 le nomination). Subito dopo realizza un film profondamente surreale e antimilitarista come Comma 22, seguito da un film contro la repressione puritana dell’America Conoscenza carnale. Dopo dieci anni di silenzio ritorna al cinema con un film sociale quale Silkwood che rilancia la sua carriera per alcuni anni. Da segnalare ancora ottimi film come Frenesie militari (poco conosciuto), Piume di struzzo e lo splendido Closer.
1. Miklos Jancso (Vac 27/9/21 – Budapest 31/1/2014) E’ stato il principale esponente della cinematografia ungherese negli anni della ribellione popolare. Subito dopo la repressione del 56 da parte dell’Unione Sovietica nasce, infatti, il Nuovo Cinema Ungherese che cerca, attraverso il lavoro cinematografico, di esprimere i sentimenti di un popolo schiacciato dalla dittatura, dalla censura, dall’ideologia. Notevoli diversi film degli anni sessanta come I disperati di Sandor o L’armata a cavallo. Negli anni settanta la svolta verso un cinema più metaforico, sperimentale con scelte spesso al limite, certo poco apprezzate dal pubblico e, in parte, dalla critica. Dagli anni ottanta in poi un rientro in patria ed una attenuazione dei toni spinti dei film precedenti, gli ridanno un buon successo tra gli ungheresi. Resta, comunque, un faro per il cinema dell’est europa nell’era della cortina di ferro, resta un maestro per la sua nazione.