Seguimi in silenzio

Il nostro parere

Seguimi in silenzio (1949) USA di Richard Fleischer


Un tenente di polizia, in collaborazione con una giovane giornalista in cerca di uno scoop, deve catturare il Giudice, un assassino che va a caccia delle proprie vittime solo nelle serate di pioggia.


Diretto da Richard Fleischer e Anthony Mann, il film noir in bianco e nero del 1949, “Follow Me Quietly”, vede William Lundigan nei panni del tenente Harry Grant, un detective della polizia ossessionato da un elusivo serial killer, noto come The Judge (alla fine rivelato essere Charlie Roy, interpretato da Edwin Max).

Nonostante l’interpretazione eccellente di Lundigan, il film si rivela piuttosto lento, macchinoso, scricchiolante e poco convincente. La regia di Fleischer, che di solito eccelle in questo genere, sorprende per la mancanza di tensione. Tuttavia, con le sue inquadrature noir sotto la pioggia (opera di Robert De Grasse), buone interpretazioni, la storia inquietante del serial killer, il procedimento investigativo e l’idea straniante del manichino, il film riesce comunque a essere interessante e godibile.

Dorothy Patrick non riesce forse a emergere abbastanza nel ruolo di Ann, una giovane giornalista di un tabloid che perseguita Grant per ottenere una storia sugli omicidi. Lundigan e Patrick non mostrano sufficiente chimica, o forse le scene e i dialoghi tra loro non sono scritti abbastanza bene da far funzionare davvero quella parte della storia. Tuttavia, i momenti brillanti arrivano da Jeff Corey nel ruolo del sergente di polizia Art Collins (il vivace compagno di Lundigan), Nestor Paiva come Benny e Frank Ferguson, il redattore J C McGill, tutti loro di grande valore.

La storia è co-scritta da Anthony Mann insieme a Francis Rosenwald, con Mann che ha anche co-diretto, non accreditato. La sceneggiatura è di Lillie Hayward. Nonostante sia sulla strada giusta, necessita di maggiore rifinitura e potenziamento. Anche un titolo migliore e più appropriato potrebbe aiutare.

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