La ragazza del punk innamorato

Il nostro parere

La ragazza del punk innamorato (2018) USA di John Cameron Mitchell


Enn è un ragazzo di sedici anni che proprio non riesce a capire le ragazze, mentre il suo amico Vic sembra avere tutto sotto controllo. Tuttavia, entrambi i giovani stanno per vivere lo shock più grande della loro vita quando si intrufolano a una festa locale, solo per scoprire che le ragazze presenti sono molto, molto più di quello che sembrano!


Il film di John Cameron Mitchell è un film ambizioso che cerca di fondere cultura punk, fantascienza e dramma giovanile. Mitchell, noto per opere come “Hedwig” e “Shortbus”, dimostra ancora una volta il suo interesse per temi di ribellione e scoperta di sé, utilizzando un approccio visivo energico e provocatorio. Tuttavia, nonostante l’audacia delle premesse e l’impegno degli attori, il film fatica a trovare una direzione chiara.

Il suo stile vibrante e anticonformista, che in passato ha funzionato così bene, qui appare spesso disordinato. Gli elementi che caratterizzano il lavoro del regista, come la tensione tra convenzione e trasgressione, sono presenti ma non riescono a fondersi in modo coerente. Questo crea un effetto di frammentazione, con scene che passano rapidamente da momenti potenti e ispirati a tentativi meno riusciti di humor o surrealismo.

Il film è animato da un’energia irrefrenabile, ma questa vitalità spesso si disperde in scelte narrative poco focalizzate e sottotrame che distraggono dal cuore della storia. La sua seconda metà, in particolare, perde slancio, lasciando l’impressione che Mitchell abbia cercato di abbracciare troppi temi e idee contemporaneamente, senza riuscire a farli coesistere.

Nonostante le sue incoerenze, l’opera possiede una qualità di follia creativa che lo rende interessante da vedere. È un film che osa sperimentare e provocare, ma che alla fine non riesce a portare tutte le sue intuizioni a compimento, risultando più come una serie di momenti sconnessi che come un’opera completa. Anche se potrebbe non soddisfare tutti, rimane una testimonianza della volontà di Mitchell di esplorare nuovi territori cinematografici con passione e originalità.

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